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lunedì 30 marzo 2015

INCONTRI DELLA DONNA SELVAGGIA

Andate e lasciate che le storie, ovvero la vita, vi accadano, e lavorate queste storie dalla vostra vita, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso finché non fioriranno, finché non fiorirete.Donne che corrono coi lupi – Clarissa Pinkola Estés


Ad ogni donna, oggi, é richiesto di possedere mille capacità, deve lavorare e curare il focolaio domestico, deve essere forte e gentile allo stesso tempo, crescere i figli e coltivare i propri interessi, deve rispondere alle continue richieste della società allontanandosi dalla reale natura e dai bisogni della propria anima.
Attraverso le storie narrate da Clarissa Pinkola Estes in “Donne che corrono coi lupi” sarà possibile in un contesto protetto e tutto femminile, raccontare e condividere i propri vissuti per riscoprire le radici della propria natura.

Obiettivi
Gli incontri si propongono di affrontare le questioni dell'anima femminile per conoscere la propria femminilità e migliorare il rapporto con se stesse. La donna, da sempre, sente in modo diverso dall'altro sesso, manifestando una sensibilita' che nella storia é stata domata, usata, manipolata e negata. Entrando in contatto con le proprie emozioni si riconquista una forza innata.

Metodologia
Incontri di gruppo in cui, attraverso l’utilizzo della lettura del libro, della musica e del movimento corporeo, le partecipanti potranno entrare in contatto con se stesse e potenziare le proprie risorse  personali.

Partecipanti
Donne desiderose di essere attive e coscienti nel Divenire del proprio Essere. Essere libere dagli stereotipi di sottomissione che hanno dominato per secoli. 

Quando
Il gruppo si incontra la domenica mattina alle ore 10.00-11.30 con cadenza mensile.
Gli incontri saranno condotti dalla Psicologa Dott.ssa Veronica Dell’Oste.
Il costo a partecipante sarà di 15 euro a incontro.

Dove
Presso il centro Erba Sacra di Fiumicino in Via Passo Buole 117 Fiumicino 
oppure presso Pianeta Psicologia in Via Sannio 37 int.18 Roma zona San Giovanni

Informazioni e Prenotazioni
Contattatemi tramite il form, email veronicadelloste@gmail.com oppure 3286389760


venerdì 27 marzo 2015

ROMA: BASTA USARE IL CORPO DELLA DONNA NELLE PUBBLICITA'

A Roma Non ci saranno più cartelloni pubblicitari che «usano» il corpo femminile. 

La Capitale dichiara guerra alla pubblicità che offende le donne, paragonandole ad oggetti o spot che lascino intuire realtà di sottomissione e di supremazia di genere.

«Gli spazi del Comune potranno essere venduti solo a chi rispetterà le regole inserite nella delibera — spiega il sindaco Ignazio Marino — il corpo della donna non potrà essere associato ad immagini che lo equiparano ad un oggetto ed in maniera sessista». 
L’annuncio viene dato dal primo cittadino durante la cerimonia di consegna del «Premio Immagini Amiche», promosso dall’Unione Donne in Italia e dall’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo, che si è tenuto all’Ara Pacis, presente anche la presidente della Camera Laura Boldrini. Ed è proprio lei ad esclamare, durante l’incontro, un entusiasta: «Bravo Ignazio, siamo fiere di te», quando il sindaco le presenta «l’assessora capitolina alle Pari Opportunità, Alessandra Cattoi».

La terza carica dello Stato, durante la giornata, ribadisce la sua posizione su cartellonistica e spot che usano in maniera strumentale immagini femminili. «Certe pubblicità che noi consideriamo normali, con le donne che stanno ai fornelli e tutti gli altri sul divano, danno invece un’immagine della donna che non è normale e non corrisponde alla realtà delle famiglie».


La delibera, approvata dal Campidoglio nel luglio 2014, è entrata in vigore in questi giorni.

«Partono adesso le nuove gare per la vendita da parte del Comune dei nuovi spazi pubblicitari — continua Marino —. Credo che sia giusto far scomparire del tutto dalle strade di Roma i messaggi sessisti e violenti. Nella Capitale e nel resto del Paese».

La giunta capitolina si è impegnata particolarmente perché siano rispettati questi divieti. Il nuovo regolamento vieta anche la pubblicità lesiva delle libertà individuali e dei diritti, in particolare dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.






Fonte: Maria Rosaria Spadaccino

DIFFERENZE DI GENERE: TI RICORDI QUELLO CHE MI HAI DETTO?

Dalle ultime ricerche di  Andrew Christensen, psicologo dell’università della California a Los Angeles e terapista di coppia, si mostrano le “diversità di ricordo” nelle coppie.

Maschi e femmine sono diversi e hanno una memoria diversa.
Quando una coppia litiga, spesso accade che lui ricorda una cosa in maniera opposta a come la ricorda lei. Per esempio lui insiste che l’accordo era in un modo e lei ribatte che invece era in un altro. 

Andrew Christensen, afferma che le donne tendono a ricordare in maniera più vivida le questioni che hanno a che fare con la relazione: il primo appuntamento, il bisticcio su cosa mangiare per cena, la discussione avuta una sera. E tendono a farlo utilizzando più spesso dei maschi le emozioni. In realtà, però, questo non significa che abbiano una memoria migliore: anzi, sui test di memoria standard i risultati di maschi e femmine sono praticamente uguali
E poi entrambi cadono vittime degli stessi errori, come la tendenza a ricordare meglio quello che si è fatto in prima persona (soprattutto se non era piacevole, come lavare i piatti o ricevere i suoceri a cena) piuttosto che quello che ha fatto l’altro. O la tendenza a ricordare meglio gli eventi che hanno lasciato di cattivo umore, come un litigio da cui si è usciti sconfitti. Ma se questo vale per tutti, significa che la memoria umana, in generale, è assai poco affidabile. E che è normale che non esista un’unica versione dei fatti.

A livello Biologico non si è trovata nessuna differenza.

CONSIGLI: 

Accettate le inevitabili discrepanze, quelle che più o meno vedono lei che si sente trascurata e lui che giura di non aver mai detto quella cosa lì. 

Provate a «praticare una memoria collaborativa », cioè costruire insieme un pacchetto di ricordi comuni, e possibilmente belli, da cui ripartire. Ogni volta che si bisticcia.


E voi cosa ne pensate? 



Per informazioni invia un'email a veronicadelloste@gmail.com oppure 3286389760




Fonte: Silvia Bencivelli 

domenica 22 marzo 2015

LE EMOTICON E LE EMOZIONI

Vi ricordate della mia ricerca sull'uso delle emoticon?

Avevo costruito un questionario da compilare online tramite un link per indagare la conosce e l'uso delle emoticon sopratutto come richiesta di ogni essere umana di manifestare le proprie emozioni attraverso il non verbale. L'indagine è stata condotta sui social network e tramite i miei contatti email. Soprattutto durante l’uso di chat-line dove domina il carattere scritto della conversazione, oltre l’assenza della comunicazione orale risulta assente anche la comunicazione non verbale. Per sopperire a tale bisogno gli utenti delle chat hanno sviluppato una serie di simboli ortografici che riproducono delle espressioni non verbali ovvero le emoticon.Come è andata a finire?Vi presento qui le mie conclusioni Il totale dei soggetti che hanno compilato i questionari è di 135, costituito dal 73% (99 soggetti) di genere femminile e il 27% (36 soggetti) di genere maschile, l’età media risulta essere di circa 30 anni. CONCLUSIONILo scopo della ricerca era quello di indagare quali sono le  emoticon più diffuse e quali emozioni venivano associate maggiormente alle relative faccine.Secondo la teoria di Ekman, una delle più famose teorie sulle emozioni, alcune espressioni facciali sono universalmente riconosciute dalle persone e suscitano una relativa emozione, per esempio portare la bocca in alto come un sorriso suscita un’emozione di gioia e felicità.Supportata dalla teoria di Ekman ho ricercato quali emoticon rappresentassero di più le espressioni facciali.


I risultati dimostrano che alcune emoticon sono riconosciute dalla maggior parte dei partecipanti con una stessa emozione, altre invece non sono così chiare e c’è discordanza di significati.Le emoticon che vengono riconosciute con la stessa emozione dalla maggioranza dei partecipanti sono J e :-D associata alla gioia, L e :’( associata alla tristezza,tali immagini sono paragonate alle stesse espressioni facciali proposte da Ekman. Di fronte all’immagine, anche stilizzata su foto o su web, di un volto che sorride le persone recepiscono un’emozione di gioia. Invece di fronte all’immagine, anche se sotto forma di emoticon o punteggiatura che ricorda un viso, di un volto con la bocca verso il basso le persone riconoscono un’emozione di tristezza. Anche l’emoticon :-O trova i partecipanti d’accordo nell’associare un’emozione di sorpresa ricordando una bocca aperta.
Tra le emoticon che creano più confusione e incertezza ci sono :-/, >:-(, >:-O, :-p dove le persone non riescono a dare un significato preciso alla faccina stilizzata ipotizzando che ci siano troppi elementi nell’emoticon e nell’uso poco diffuso di queste.
Nell’era delle nuove tecnologie le persone non abbandonano la necessità di una comunicazione non verbale, il bisogno di associare ai contenuti delle parole scritte una componente più relazionale ed emotiva ha creato nuove immagini e simboli che hanno però l’esigenza di far riferimento a quelle componenti universali e primordiali della natura umana.  “Il linguaggio del corpo non è stato toccato dal progresso. Esso sopravvive come una meravigliosa reliquia del passato nel mezzo delle nostre città moderne a garanzia che in una fredda età delle macchine noi rimaniamo umani e caldi”
D.Morris


Povertà, l’allarme della Caritas “Il 2014 l’anno più duro”

 Tutti i numeri dell’accoglienza

Quasi 350mila pasti, 200mila pernottamenti in ostello. Il caso dei malati di tumore Record di italiani all’Emporio e nei centri ascolto. Straniero il 13% degli assistenti

LA CRISI a Roma non sembra allontanarsi. Lo dice chiaramente monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, l’organismo pastorale fondato da don Luigi Di Liegro: «C’è un malessere profondo e costante e purtroppo noi lo tocchiamo con mano tutti i giorni: dal nostro osservatorio non si vede alcuna ripresa ». E a rafforzare le sue parole c’è anche il dossier “Caritas in cifre”. Numeri riferiti al 2014 che si trasformano in una cartina di tornasole della nuova povertà nella Capitale. E che rivelano come siano aumentati il numero dei pasti offerti dalle mense (348mila per oltre 11mila persone) e le prestazioni sanitarie del poliambulatorio sociale: oltre 15mila, e più di 2500 i pazienti visitati per la prima volta. Un’attività ampia di aiuto ai più bisognosi che si dispiega in una città ancora duramente colpita.

MENSE E SANITÀ SOCIALE Oltre 348mila i pasti distribuiti, 186mila i pernottamenti offerti, 15mila le prestazioni sanitarie erogate e 10mila visite domiciliari fatte a famiglie e anziani. È la fotografia dell’attività svolta dalle parrocchie romane. Feroci precisa: «Nei nostri empori della solidarietà, ogni mese centinaia di famiglie vengono a prendere generi alimentari. Ma abbiamo la sensazione che sia una povertà nascosta, che non si vede ma si tocca solo nei nostri centri». E i numeri gli danno ragion

e: 1.329 le famiglie (4.413 i componenti totali) che si sono rivolte ai tre empori della solidarietà per rifornirsi di beni primari, +16% rispetto al 2013.

MALATI E SENZA FISSA DIMORA Negli ultimi mesi i centri di ascolto diocesani sono stati ripetutamente «contattati da assistenti sociali di strutture ospedaliere per essere supportati nelle dimissioni di pazienti senza fissa dimora ricoverati», spiegano dalla Caritas: per lo più si tratta di malati oncologici che una volta usciti dalle strutture sanitarie si ritrovano a vivere di nuovo in strada. Un fenomeno, purtroppo, in crescita.

I VOLONTARI Un dato, ma questa volta positivo, è l’aumento «significativo», dice Feroci «del numero dei volontari stranieri, circa il 13 per cento» su un totale di 1800.

LA SETTIMANA DELLA CARITÀ L’occasione per presentare i numeri del 2014 la offre l’annuncio della Settimana della carità che si aprirà domenica 22 e si chiuderà il 29: una serie di iniziative «di animazione sociale e preghiera per venire incontro ai bisogni di chi è in difficoltà», racconta il cardinale Agostino Vallini. E tra le iniziative più importanti spicca la colletta a favore delle famiglie cristiane che vivono in Iraq: «Per seimila di loro la chiesa di Roma assicurerà una Pasqua di solidarietà».

FONDO E AZZERAMENTO DEBITI Tra le novità presentate ieri anche due progetti sui quali la diocesi di Roma sta lavorando in vista del Giubileo straordinario. Il primo, che sarà presentato a ottobre, «ha l’obiettivo di sostenere le famiglie che si trovano in momentanea difficoltà per pagare le rate del mutuo o l’iscrizione all’università dei figli o le spese improvvise », spiegano dalla Caritas. Un fondo di solidarietà gestito dalle parrocchie. Il secondo è «che le municipalizzate di Roma azzerino le bollette nei confronti delle famiglie sovraindebita- te. Purtroppo dare generi alimentari non basta più, molti ci chiedono cifre esorbitanti per pagare le utenze domestiche, l’affitto o il mutuo. Ma aiutarli una volta sola non può bastare».

IL GIUBILEO Un Anno Santo pensando agli ultimi: «Il Giubileo della misericordia sia un aprirsi agli ultimi, ai poveri e non un business. Roma non sarà solo la capitale d’Italia, ma del mondo», è l’appello di Feroci che aggiunge: «Si sono fatti subito tavoli per gestire i pellegrini, ma vorremmo che si facessero tavoli per gestire i poveri di Roma. Ci sono 6-7mila persone che dormono per strada. La prima misericordia dovrebbe essere per loro che hanno diritto ad una casa e servono tavoli anche per questo».

IL SERVIZIO MENSA Chiusa per lavori di ristrutturazione, la mensa Caritas in via Marsala riaprirà in autunno. I pasti somministrati nel 2014 attraverso le 5 mense e il servizio a domicilio sono stati 348mila per oltre 11mila persone, metà delle quali, italiana. E benestante prima di separarsi o di essere licenziata.

ANNA RITA CILLIS